Noi e il Covid
La testimonianza di Massimo

“Non apprezzi il valore della libertà fino a quando non te la tolgono”. Una frase che si è sentita spesso in questo periodo e che abbiamo fatto tutti propria, dovendoci adattare, senza distinzione alcuna, a ciò che il governo e le istituzioni di sanità hanno imposto alla cittadinanza. Aggiungerei che anche la salute tende ad essere qualcosa che apprezziamo solo quando viene a mancare o viene minacciata, nel nostro caso da una pandemia mondiale. Non è stato facile per gli ospiti della mia struttura accettare le nuove disposizioni anti Covid: erano troppo rigide, limitanti, così come il divieto di uscire era qualcosa di complesso da capire, tanto che una persona ha perfino tentato di scavalcare il cancello. Quando poi hanno compreso effettivamente il rischio di salute che li minacciava, allora si è creato un ambiente più collaborante: il lunedì trovavo sulla scrivania la loro lista sigarette, lista supermercato, lista farmacia e persino le giocate delle schedine che avrebbero voluto fare. Abbiamo cercato di soddisfare le loro richieste in modo che si potessero sentire coccolati e alla fine abbiamo ricevuto moltissimi ringraziamenti sia per quello che facevamo per loro sia per la protezione data “mentre fuori succedeva l’inferno”, descritto a loro parole.
Grazie alla professionalità di tutta l’équipe della struttura, dell’appoggio del medico del CDAA ed al supporto dell’azienda e del comitato di rischio clinico, siamo arrivati ad oggi con grande soddisfazione ad aver gestito con successo l’emergenza da Covid.
La vera sfida per noi sarà il graduale ritorno alla normalità: la paura per l’ospite che uscirà a passeggio nelle settimane a venire, che guarderemo con l’apprensione di un genitore che ha a cuore il futuro di un figlio.
È necessario convivere con il virus e combatterlo con coraggio, rispettando correttamente le regole e linee guida in essere.
Ringrazio anche gli operatori del Cdaa (chiuso da marzo), che hanno dato un supporto alle strutture con difficoltà maggiori delle nostre, augurando che in tempi molto brevi possano tornare al loro lavoro in centro diurno.
Massimo Arena,
direttore
Le nostre testimonianze